18 aprile 2018

Giovedì

Sono convinta che oggi sia giovedì, il mio cervello ha saltato un giorno. Così convinta che ho preso anche il dosaggio di eutirox del giovedì.
Stamani, rinviando la sveglia, cercavo di indovinare il meteo odierno.
Suona la sveglia.
Spengo.
Potrebbe esserci pioggia.
Sogno.
Suona la sveglia.
Spengo.
Ma magari è solo nuvoloso.
Sogno.

E fu così amica pulcetta mia che ti ho sognato. Passeggiavamo di sera a Bologna e stava diluviando. Parlavi a bassa voce in tono serio, con il cappuccio della giacca che ti copriva mezzo volto. Pioggia così forte che anche il mio giacchino da montagna era zuppo. Non sentivo l'armonia e la musicalità della tua voce e le tue belle risate.
E nella folla per un attimo ci siamo perse, ma solo perché eri andata a prendere, per me, un biglietto del bus, per non so dove volessimo andare.
Io ero con delle persone. C'era un ragazzo che mi piaceva quando facevo le scuole medie, Alberto O.
Quando ero piccola sapevo che lui ascoltava una determinata radio e io la ascoltavo a casa. Un giorno ho sentito una sua richiesta radiofonica e l'ho registrata su cassetta. Era un bravo ragazzo Alberto O, doveva subire anche le angherie degli altri ragazzi perché lo "scarrafone" lo tampinava.

E pioveva, ed era buio.
Oggi devo assolutamente comprare la rafia e la nipagina per allevare le drosophile.
Che è già giovedì.

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