27 dicembre 2017

La mia mini-me

Io e il sardosabaudo siamo tornati a essere amici.
Lo eravamo già nel lontano 1995, quando lui andava in skate e io in pattini e ci incontravamo al Ruffini. Ho ricordi belli di quel periodo e ogni volta che rivedo il sardosabaudo mi tornano in mente quelle giornate spensierate: il viaggio in pattini con amici da casa al parco Ruffini, le chiacchierate con i ragazzi della rampa, i primi timidi tentativi di flirt (andati sempre male, da sempre sono un'imbranata cronica).
A me il sardosabaudo piaceva. Mi chiamava Clara, mi diceva sempre ti porta via il vento, lo chiamavo in mille modi: nei miei diari compare come Giova, Gianni il pecoraro, ma in rampa lo chiamavo anche spazzolino, perché aveva la cresta ricciolina coi capelli rasati ai lati.
E così ieri sera ho cercato testimonianza nei miei diari passati: non c'è scritto molto, un massimo di 4 date dedicate a lui, nell'estate del 1995. Sono passata dal "Forse Giova mi piace", al "Gianni (pecoraro) mi manca" (forse era andato in vacanza? Mha), al "Togliendo il forse, Giova mi piace".

Non mi ero mai fatta avanti, un po' perché quei 5 anni di differenza pesavano come un macigno, un po' perché non sono mai stata brava nell'approccio con le altre persone. Ma è divertente rileggermi: i miei voli pindarici, le mie insicurezze, le confessioni agli amici.
E poi, dopo qualche pagina, ritorno sul mio migliore amico: il mio unico amore per anni.
Ad oggi si potrebbe dire che sì, lo stalkerizzavo. Lo chiamavo tutti i giorni, se non lo chiamavo passavo sotto casa sua a citofonargli, quando uscivamo insieme facevo sempre in modo che restassimo da soli per poterlo accompagnare a casa. Quando andavo in vacanza gli scrivevo lunghe lettere e lui mi rispondeva. Mi ero fatta avanti ma lui, anche se non interessato, non era sparito.
È venuto in ospedale con me per la mia ultima chemio, ed era il suo compleanno.

Rileggo della me di qualche anno fa, e quella piccola persona mi fa tanta tenerezza.

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