14 dicembre 2017

Il mio principio del disequilibrio

Spesso io e il mio amico C parliamo di equilibrio. La ricerca, il mantenimento dello stesso. La perdita di equilibrio.

Ho realizzato di non avere mai avuto un equilibrio e la ricerca nella mia vita è sempre quella, avere a portata di mano qualcosa di conosciuto che mi possa dare sicurezza. La condizione di non equilibrio per me è sicurezza perché da quando ho 13 anni è così, perché lo conosco, perché lo sento mio.

Ogni situazione che tende a stabilizzarmi in realtà mi destabilizza perché è una situazione nuova e sconosciuta che non fa parte della mia vita.
Lavoro stabile, fidanzato stabile, vita stabile, salute stabile. Un oroscopo perfetto

Non ho mai capito in effetti perché le persone si sposano, comprano casa, fanno figli, bramano il lavoro a tempo indeterminato. O meglio, lo capisco, posso riuscire a immaginarlo, ma non è un'immagine che mi appartiene.

La maggior parte delle persone potrebbe replicare che per me è semplice, perché ora sono tornata a casa dei miei e ho una rete di sicurezza bella solida. Ma penso che se non ci fosse stata questa opportunità avrei trovato uno stratagemma per permettermi di continuare su questa strada arzigogolata che è così familiare.

E poi, vogliamo dircelo? Non ho abbastanza anni di fila di stabilità per potermi permettere di crederci. Potrebbe crollare ogni cosa da un momento all'altro e potrebbe non dipendere dal mio impegno. Potrebbe non dipendere da me.

Qualcun altro potrebbe replicare che è molto comodo restare nella propria zona di comfort senza uscirne mai: ma c'è davvero chi ne esce? Ci si può provare con cose piccole: superare le piccole ansie della vita, fare una strada diversa per andare al lavoro, ma... Questo non è uscire dalla zona di comfort. È illudersi di farlo.
E se solo foste onesti con voi stessi converreste con me che la vostra vita si ripete ciclicamente, come la mia. Comincerete qualcosa che terminerà allo stesso modo, con le stesse dinamiche. I vostri pensieri arrancheranno sempre sulle stesse problematiche e risolverete i conflitti nello stesso modo di sempre.

Qualcuno vorrà andare dallo psicologo sperando che questi lo aiuti a vedere le cose da un'altra prospettiva e, nonostante la dolorosa avventura, i grossi pianti esplosi tra una soffiata di naso e l'altra, una volta usciti da lì farete sempre le stesse cose.

La vita è un deja-vu continuo, un ciclo ininterrotto. La vita è un uroboro, il simbolo mistico del serpente che si morde la coda. Nella bocca ha il veleno e nella coda l'antidoto. Sopravviveremo sempre a qualsiasi sciagura capitata solo e soltanto perché attueremo l'unico modo che abbiamo per sopravvivere al nostro stesso veleno. Il nostro antidoto che abbiamo sempre usato da quando siamo piccoli, per andare avanti senza avere il desiderio continuo di tirare il calzino.

Vorrei che vi avvicinaste per sentire un segreto scomodo che posso solo sussurrare al vostro orecchio. La verità scomoda è che conoscete già l'entità di quello che sentirete, ma non vorrete crederci.

E non voglio crederci nemmeno io.

Nessun commento: