05 febbraio 2014

Sulla sponda del lago Lario mi sono seduta e ho pianto

Perché molti non lo sanno ma il lago di Como ha un suo nome, si chiama Lario e a piangere non ci penso nemmeno, sto troppo bene.
In un certo senso devo ringraziare l'alienazione del mio ex lavoro se sto così: se fossi riuscita a socializzare come nel lavoro che facevo a Firenze ora sarei un bel po' disperata.
Voglio bene alle persone che ho lasciato a Bologna, ma voglio più bene a me stessa e quella situazione mi stava facendo sentire male. Ma malissimo.
A dir la verità mi ha fatto sentire male dal primo giorno, da quando entri e dici "oh cazzo" - e in genere è un "oh cazzo" di contentezza, finalmente hai trovato un lavoro, non dovete più arrancare per arrivare a fine mese e invece nel mio caso era un "oh cazzo, dove sono finita?"
Da quando il mio collega che mi ha formata mi ha detto sottovoce "ah niente cellulari" e "per andare in bagno devi togliere il pupazzetto dalla porta" ed essere spostata di postazione ogni 3 mesi in modo da non avere modo di non legare per bene con nessuno, l'atteggiamento assolutamente poco consono di persone a un livello più alto di noi, formichine, che si ostinavano a parlare male dei dipendenti con altri nostri pari. Le lavate di testa improvvise che pur senza urla, riuscivano a metterci in difficoltà, a creare situazioni ansiose, paure incomprensibili (ad esempio quando sentivamo pronunciare il nostro nome la prima cosa che ci veniva in mente era "cosa avrò sbagliato?"), i turni spezzati che impediscono di vivere (il che non sarebbe nemmeno tanto terribile se non unito a tutto il resto) e non è sputare nel piatto dove si mangia, che è un'espressione che è mi è venuta a noia. Anzi diciamo pure che la detesto. Che cosa significa mai sputare nel piatto dove mangi? Chi mai sputerebbe nel piatto dove mangia? Una persona psicolabile forse. Le persone mangiano, se hanno fame mangiano anche quello che non gli garba e hanno tutto il diritto di lamentarsene, ma nessuno ci sputa dentro.
Il fatto di fare un lavoro che si detesta e lamentarsene è la stessa cosa. Abbiamo tutti necessità di lavorare, non sempre siamo così fortunati di fare un lavoro che anche minimamente ci interessi o ci piaccia. Se facciamo tutto ciò che è in nostro potere per toglierci da quella situazione e non ci riusciamo abbiam ben diritto di lagnarcene.
Peggio è quando la gente si lamenta e non fa niente per cambiare la situazione. Ma ancora più terribile è quando le persone non possono in nessun modo cambiare la loro condizione.
E non è "sputare nel piatto in cui si mangia". Vivere a Firenze e ammettere di vivere in una città con enormi difetti non è sputare nel piatto in cui si mangia.
Dopo questo sfogo vorrei solo dire a chi sta lì dentro e non merita assolutamente di stare lì dentro... "tenete duro". Davvero.
A volte una botta di culo ti cambia la vita. Altre volte le botte di culo vanno cercate. Altre purtroppo pare non accadere niente, ma magari è solo un'impressione.


Canzone del giorno: Capitan Harlock Banda dei Bucanieri


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