11 giugno 2013

Berlino 14.05.13 - 7° giorno


Stamani mi sono rifatta la doccia, mi piace questa stanza di albergo, è diversa da quella di Londra. Più grande, più confortevole, meno loculo.

Il programma è di andare alla torre con la statua della vittoria (in tedesco Siegessäule) e salire per vedere il panorama. Il tutto dopo una bella colazione ovviamente. Andiamo dai nostri fidati baristi di Bagels and Company proprio sotto l'albergo e prendiamo il nostro solito single espresso e un paio di dolcini.

La torre in questione si trova in mezzo a uno dei parchi cittadini più grandi del mondo, il Tiergarten. Un bosco nella città.










Il Siegessäule è da scalare a piedi, non ci sono ascensori, ed ecco anche perché il prezzo, a differenza di altri punti panoramici, è molto basso (3 euro). Saliamo di rampa in rampa, fermandoci ai seggiolini messi lungo la strada per riposarci un attimo prima di riprendere la salita per la scala a chiocciola.
A fatica ne è valsa la pena. Nonostante un po' di foschia stamani c'è il sole, si vede bene tutta la città. Ci facciamo anche fare una foto per immortalare il momento felice.



Non vi ho raccontato che nella galleria sotterranea per raggiungere la torre c'era un sistema di illuminazione abbastanza innovativo, a mo' di installazione artistica. C'erano infatti diversi pannelli retroilluminati ma che si illuminavano solo quando passava qualcuno riproponendone la sagoma. Davvero molto carino.






Intanto mi manda un messaggio Tino per prendere tutti insieme un caffè verso le 18 e salutarci.
Una volta ammirato il panorama berlinese scendiamo e facciamo una passeggiata per Tiergarten. Non vi dico cosa non è.
A parte che ogni punto verde di Berlino, essendo poco curato, diventa un piccolo bosco. Il Tiergarten è un bosco. Laghetti, alberi enormi, felci rendono questo luogo un angolo di paradiso in mezzo al traffico. Ci siamo seduti sulla riva di una piccola palude, dove c'era una panchina e ci siamo fermati un attimo a sentire gli uccellini cinguettare.
Amo Berlino. L'ho già detto?










Non appena la pipì ha cominciato a farsi sentire ci siamo mossi in direzione porta di Brandeburgo. Però abbiamo per un attimo smarrito la strada e così ci siamo ritrovati vicini al Sony Center. Non male.

Il bello di Berlino è che la birra costa poco. Il brutto di Berlino è che quei pochi bagni che trovi sono a pagamento.
Al Sony Center paghiamo 50 cent a testa per andare a pisciare.
In compenso ho scoperto che un telefono sony che costa poco più di 200 euro mi garba un sacco e potrebbe essere il mi prossimo telefono. Sony experia qualcosa... comunque lo riconoscerei perché ha la fotocamera da 12 megapixel e un bellissimo schermo. Ha Android con cui mi trovo molto bene e per ora mi fermo qui, domani potrei cambiare idea. Si avvicina l'ora di pranzo e prendiamo varie metro per andare allo Zum Schusterjungen, uno dei ristoranti tipici della città.
Due piatti enormi tra carne e patate (io non sono riuscita a finirlo, non sono riuscita nemmeno ad arrivare a metà a dirla tutta) e due birre da mezzo litro l'una più due caffè abbiamo speso 25 euro.
Un cazzo.

Verso le 15 lasciamo, pieni e un po' stravolti, il ristorante per fare una passeggiata al quartiere ebraico. Però a Fry scappa la pipì, ricordate quel mezzo litro di birra e la storia dei bagni? Così troviamo un locale, gestito da spagnoli o cubani, con disegni della faccia di Che Guevara per tutte le pareti, e chiediamo se possiamo usare il bagno. Sì, ma vogliono 50 centesimi.

Non so se questa cosa si possa fare. Un conto è il bagno delle stazioni, ma il bagno di un bar/pub... non facciamo storie e paghiamo, alla faccia del Che che ci guarda dalle pareti e cominciamo a fare il nostro giro per il quartiere ebraico. La prima cosa che vediamo è la nuova sinagoga. Non mi ricordavo che di fatto la sinagoga non esiste più perché abbattuta praticamente durante la notte dei cristalli, così paghiamo 3.50 euro a testa per vedere il museo della storia della sinagoga in un pezzo restaurato della vecchia sinagoga. La navata centrale e la cupola finale della navata sono praticamente inesistenti.

Da lì proseguiamo per il nostro giro fino a un'installazione in una piccola piazzola.
Trattasi di un tavolo di metallo con due sedie una delle quali è rovesciata. Rappresenta la fuga dalle proprie case degli ebrei durante quel periodo orrendo che è stato il terzo reich; proseguendo per la strada che parte dal quella piazza arriviamo al cimitero ebraico che purtroppo è chiuso. Da fuori insegne evidenti invitano a non fare foto ma un cretino si arrampica sul cancello esterno per fotografare l'interno del cimitero. Gli idioti sono sempre ovunque.

Fuori dal cancello un'altra installazione con sculture di donne rappresenta la rassegnazione degli ebrei in attesa del loro destino. Di fronte al cimitero c'era una volta una casa di riposo anch'essa tirata giù. I palazzi del quartiere sono fortemente segnati dalla seconda guerra mondiale. Essi infatti, come il Siegessäule, sono bucherellati, probabilmente dalle schegge delle bombe (lanciate dagli alleati?). Dalla parte opposta della strada tra due palazzi c'è un vuoto, prima occupato da un bellissimo palazzo barocco, bombardato e tirato giù durante la seconda guerra mondiale. Sulle facciate laterali dei palazzi adiacenti sono stati affissi dei cartelli con i nomi delle famiglie che vivevano lì e persero la vita.

Andiamo a cercare una metro perché s'è fatta una certa e dobbiamo beccarci con Tino.

Il luogo di incontro è Mehringdamme angolo Kreuzberg straße ma chissà per quale ragione il mio cervello cancella la seconda parte e mantiene solo la prima così mi convinco che l'incontro sia alla fermata della metro di Mehringdamme. Arriviamo con 10 minuti di anticipo e facciamo un giro al cimitero che si trova appunto su mehringdamme al civico 21.

Quando lui mi scrive di essere arrivato ci spostiamo davanti al curry 36, un locale che vende currywurst. Glielo scrivo ma non lo vediamo. Aspettiamo un po' ma niente. Eppure strano, sono vicino all'uscita della metro, gli ho anche detto dove siamo...
gli mando la nostra posizione gps e mi scrive “ma non venite?”

Alché mi spiega che mi sta aspettando all'incrocio dell'appuntamento e lì rileggendo i messaggi della mattina capisco di non avere capito un cazzo. Così cominciamo ad avvicinarci e i nostri cellulari si scaricano quindi non riesco nemmeno ad avvisarlo.
Il risultato è che dall'anticipo che avevamo alla fine arriviamo in ritardo di 20 minuti!

Detesto arrivare in ritardo!

Ci porta in un caffè italiano gestito da italiani, dove prendo un caffè e una specie di cheesecake, Tino prende una torta al cioccolato e un cappuccino e Fry prende una birra (il thè tedesco, lo chiama).
Si chiacchiera un po' del più e del meno, gli racconto i miei disagi lavorativi, parliamo di ciò che abbiamo visto oggi e dopo un po' ci salutiamo. Tino deve andare e noi vogliamo andare a mangiare gli Spätzle (mi sono fatta aiutare da lui per trovare un posto che li facesse e alla fine su internet abbiamo trovato questo posto che si chiama Spätzle und Knödel).
La via è fuori dalla cartina che ho ma mi spiega come arrivarci. Fry ha apprezzato tanto gli Spätzle e i bretzel e abbiamo inondato tutto con dell'altra birra. Confesso, ho bevuto praticamente solo birra qui a Berlino.
Berlino mi mancherai, anche se oggi ha fatto freddo. Mi mancheranno i tuoi cani, così bene educati, mi mancherà la torre della tv, sempre ben visibile da ogni zona. Mi mancherà Kreutzberg con la sua street art colorata o angosciante. Mi mancherà il muro e Mauerpark, soprattutto il suo mercatino dove mi sono rifatta gli occhi sulle macchine fotografiche.

Fry se ne è innamorato ed è ora d'accordo con me per venire qui a vivere. Si tratta di imparare la lingua. Di cercare un lavoro. Di trovare qualche aggancio.
Grazie Berlino perché mi dai il coraggio di cambiare, ancora. Grazie Tino perché mi hai fatto capire che non è impossibile.

A presto.

Qui l'album completo della giornata.

Nessun commento: