19 maggio 2013

Berlino 9.05.13 - 3° giorno


Stamani la sveglia ha suonato un'ora dopo... sapevo benissimo che avevamo più tempo e comunque sia saremmo ben riusciti a fare quasi tutto.
Decidiamo, dopo una buona colazione al solito posto, di andare al Checkpoint Charlie. Durante il viaggio troviamo ogni sorta di persona sbronza (più che sbronza sarebbe corretto dire “in coma etilico”) ma nonostante tutto nessuno molesto.

Il Checkpoint Charlie era il terzo checkpoint, quello in cui potevano passare diplomatici e persone con il permesso per il passaggio attraverso il famoso muro di berlino, insomma un posto di blocco. Ora purtroppo è diventato un luogo molto turistico, dove la gente si accalca per farsi la foto con la finta guardia sovietica e/o americana. Il museo del muro (in cui non ero mai stata) è un'interessante raccolta di oggetti che riguardano il muro e la fuga da est a ovest. Fin troppo caro a mio parere. In due abbiamo speso 25 euro di biglietto. Per cui sappiate che si può evitare leggendo un buon libro (ma anche solo wiki) sulla storia del muro di Berlino.




Dal checkpoint charlie e dal museo del muro (nonché l'installazione davanti al museo del muro corredata di foto e spiegazioni) siamo tornati verso Alexanderplatz. Alexanderplatz per me è il principale centro di Berlino, della Berlino est che ancora non si è ripresa. Dato l'orario pensiamo di mangiare al Burger King (il mio fast food preferito, Dolores, era stranamente chiuso, e avrebbe aperto solo mezz'ora più tardi – anche se c'erano i commessi dentro a pulire e l'orario di apertura era da mezz'ora prima).




Al Burger King troviamo dei tedesconi che, con i loro bicchieri dei Rammstein,versano dell'alcol (whisky?) negli stessi e poi li riempono con coca cola. Mentre Fry è andato in bagno ho anche tentato un debole approccio nel mio povero inglese, ma niente. Loro parlavano solo tedesco. Quando gli ho spiegato di aver visto il concerto dei Rammstein in italia, si sono illuminati e in tedesco mi hanno chiesto se fossi italiana. Dopodiché mi hanno chiesto se Fry fosse francese... -.-”

Va bhe, berlino è pienissima di gente ubriaca ma per la maggior parte si tratta di persone non moleste ci sono sempre guardie in giro per cui mi sento relativamente tranquilla.

Il tempo non è dei migliori per cui dobbiamo decidere cosa fare. Optiamo per passare dal Sony Center, un immenso grattacielo con una piazza coperta al centro da una strana cupola. Il negozio della Sony però è chiuso. In effetti ricordo di aver letto di una festa del 9 maggio. L'ascensione! (ci dirà poi Tino che era anche la festa dell'uomo. Come in italia c'è la festa della donna qui c'è anche quella dell'uomo) Controllo su internet ed ecco spiegato perché molti negozi sono chiusi. Pazienza... ci torneremo.





Per cui saltiamo anche l'Apple Store che Fry voleva vedere per andare all'East Side Gallery. Trattasi di una galleria a cielo aperto. Infatti è un pezzo di muro rimasto intatto e dipinto; purtroppo da quando ci ero venuta la scorsa volta i dipinti sono molto rovinati e pare che vogliano buttarlo giù tutto.



com'è ora

com'era due anni fa






Un vero peccato. Da lì proseguiamo per un giro in Kreuzberg consigliato dalla Lonely Planet e troviamo finalmente quel bel degrado che fa parte di Berlino. Street art, kebabbari, parchi tenuti male...






















e alla fin del salmo, trovata una metro, decidiamo di andare alla porta di Brandeburgo, al Reichstag e al memoriale per le vittime dell'olocausto.

La porta di Brandeburgo è assediata dai turisti, impossibile fare le foto, impossibile camminare. Il Reichstag, con mia grossa delusione è sotto prenotazione. Senza prenotazione non è possibile accedervi (2 anni e mezzo fa bastava fare la coda – in ogni caso nessun problema, prenoteremo!).

Al memoriale per le vittime dell'olocausto altra tragedia. E' festa per i berlinesi e sono ovunque. I bambini corrono, i ragazzotti si fanno foto sui blocchi di cemento, c'è disordine in un luogo che per me è come un cimitero.





Decidiamo di tornare ad Alexanderplatz per comprare un cavalletto che ieri abbiamo visto in offerta a 19 euro e che ci seguirà in italia!

Ma non contiamo che anche Media Markt è chiuso. Questa cosa mi piace, nonostante il negozio così grande e centrale hanno molto più rispetto per le festività e il lavoro di quanta ne abbiamo noi in Italia dove in centro città si lavora sempre senza interruzione.

Dato l'orario decidiamo di mangiare, finalmente da Dolores! Prendo il mio burrito preferito, il classic guacamole e Fry si lecca i baffi con un classic pork. Il tutto annaffiato da un'ottima e dissetante Pilsner!

Torniamo a casa (in albergo! Che lapsus), oggi il cielo è stato mutevole. Da sole, a caldo, al nuvoloso, alla pioggia, al vento freddo.
Berlino mutevole.

Scrivo questo diario e con Fry scopriamo che non è possibile prenotare per il Reichstag, tutti i posti sono presi per questa e per la prossima settimana. Peccato.

Vorrà dire che ci torneremo...

Abbiamo passato la serata ad Alexanderplatz.
Quando ci ero stata, due anni e mezzo fa, la piazza era decorata per natale (anche se era ottobre) con i mercatini in casette finto bavaresi di legno. Era tutto pulito e ordinato

Ora la piazza è quella che è: una ex piazza della Berlino est che cerca ancora di riqualificarsi e trovare un suo posto nella Germania unita. Una sorta di piazza Verdi senza Bologna attorno, un mix tra tamarri che trascinano barilotti che sparano musica da discoteca (stile anni 90) a tutto volume e ubriaconi che litigano con i cani dei trombettisti di strada che in realtà sanno suonare solo due pezzi e li ripetono all'infinito. Gli stessi ubriaconi che poi cercano di fare pace con il cane oppure osannano il trombettista come il migliore al mondo. Nella fontana sul cui bordo eravamo seduti, due anatre (due germani appunto) fanno il bagno in mezzo a bottiglie, bicchieri di plastica, rifiuti vari.

Sono contenta di aver visto Alexanderplatz in questo stato. E' questa la Berlino che mi piace.
E sono contenta anche per un altro motivo: mi rendo conto di averla idealizzata troppo e ora che ho visto quanto è sporca, ho conosciuto anche i suoi angoli più cupi e degradati mi piace ancora di più. Vorrei sempre venirci a vivere.

Dove prendere una casa? Non mi importa, mi basta avere la metro vicina, l'odore di metallico che esce dai tombini. Berlino metropolitana.


Qui l'album completo del terzo giorno.

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