15 marzo 2013

Un venerdì sudatissimo

Tanto per cominciare stamattina ho salutato uno sconosciuto sull'autobus. E' cominciato tutto ieri mattina quando, ancora assonnata, scendo dal bus per andare al lavoro. Un ragazzotto scende con me e mi precede correndo, entrando nello stesso grigio capannone che chissà quando riuscirò ad abbandonare.

Quando raggiungo l'ingresso, saluto la guardia (in guardiola, per l'appunto) e c'era anche codesto ragazzotto. Così lo saluto dicendo "ah ma eri sul bus con me!"
E finisce lì.

Io dimentico i nomi ma i volti difficilmente. C'è da dire però che essendo timida, se vedo una persona per la prima volta non la guardo attentamente, i miei occhi vagano di qua e là al riparo da occhiate maliziose. So bene quanto deve durare uno sguardo occhi negli occhi per non essere frainteso, e io riesco a farlo durare ancora meno.

Quando mi sono seduta sulle lerce poltroncine del "pianerottolo di attesa" ho visto che non era da solo, c'erano tanti altri ragazzi, probabilmente magazzinieri neoassunti? Non saprei.

Arriviamo a stamane quando mi pare di vedere il ragazzotto di cui sopra seduto sul bus. Accanto a lui un altro ragazzotto, i due dividono le cuffie del cellulare/ipod/iphone/mp3 o quello che è. Proprio quest'ultimo, notando che io guardavo in quella direzione (in realtà cercando di capire se era proprio il ragazzotto che avevo incontrato la mattina prima, per non fare la figura di cacca di non salutare), mi sorride e mi saluta. Ho pensato che fosse uno degli altri ragazzi neoassunti del magazzino. Quindi ho sorriso, ho salutato e ho ripreso a leggere, ben contenta di aver risolto una delle mie paranoie.

Peccato che quando scendo alla fermata loro non ci sono. Comprendo allora di non aver capito un cazzo.

Detto questo, stanotte mi sono svegliata nel bel mezzo di un sogno incredibile e ricordo, poco prima di essermi svegliata, di aver pensato "Non vedo l'ora di scrivere questo sogno!".
Dimenticato.
Non esiste più, ricordo solo che c'erano tre cose, tre risposte o tre domande. Ma il resto è svanito.

Al lavoro mi trascino ormai. La mia postazione è cambiata da una settimana, ora sono seduta davanti alla responsabile, le do' le spalle, sente e vede tutto quello che faccio o dico. Questo da una parte mi va bene perché l'ho rivalutata, si ride spesso, si chiacchiera anche. Peccato che piano piano mi stanno spostando in quell'angolo che è quello dei reclami. Oggi per metà giornata sono stata con la faccia contro il muro, in una postazione isolata a sentirmi insultare dai clienti. Mi stava venendo da piangere.

Non vedo l'ora che sia domenica. Questa domenica andremo a un corso di falconeria. Anche di questo ne avrei un sacco da parlare, ma lascerò spazio a un altro post. Ora nanna, che domani si lavora.

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