13 marzo 2013

Lasciami sognare

Quando ero piccola, facevo le scuole elementari, avevo grosse difficoltà a dormire. Ora posso intuire che fosse il caffè che mettevo nel latte che bevevo per cena.
Sì, cenavo spesso con latte e biscotti, ho vissuto con latte e biscotti sempre fino a quando non mi sono trasferita a Firenze.
Eppure ero così contenta quando riuscivo a dormire, perché potevo sognare.
Nei sogni vivevo cose, angoscianti, paurose o bellissime che però mi portavano via dalla mia casa, dal mio luogo fisico, da me stessa, ed ero così contenta.

A 12 anni leggevo fino a tardi "L'interpretazione dei sogni" di Freud. Saltavo tutte le parti che mi risultavano più noiose e leggevo accuratamente le descrizioni dei sogni, a volte la loro interpretazione. E poi mi mettevo a letto e al mattino scrivevo quello che di notte il mio cervello mi donava.

E' tanto che non prendo nota dei miei sogni, che il mio mondo di felicità notturna si è esaurito. Forse è per questo che ogni tanto mi prende la malinconia, mi chiedo se è questa tutta la mia vita. E allora giù con lo sconforto.
Non c'è più il mio mondo di fantasia in cui rifugiarmi. Che anche se a volte sanguinoso e terrificante mi portava lontano e potevo passare la mia giornata a immaginare cosa avesse scatenato questo strano desiderio di sangue e morte.

Devo a Freud la mia passione per i sogni, e per tutto ciò che li riguarda. Per il surrealismo, per David Lynch, per la psicologia. Devo a quella breve fetta di me al passato una grossa fetta di me al presente.
Grazie.
Ah, cervellino caro. Ti prego continua a farmi sognare.

Canzone del giorno: No Future in the Past Alan Parsons Project




E vi lascio anche a questo video, è una miniserie prodotta da David Lynch:

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