09 dicembre 2012

Per colpa di qualcuno non facciamo più credito a nessuno

Lo scorso weekend è stato molto intenso anche se come al solito non sono riuscita a fare tutto quello che avevo in mente di fare.
Venerdì ho avuto una visita medica, progettata all'uopo per quel nodulino alla tiroide che si era ingrossato. Per riassumerla, niente di trascendentale, sono in ottima salute (per essere una persona che in età evolutiva ha subìto due radioterapie di cui una a mantellina a 36 Gy e 2 chemioterapie - per intenderci, per fare 1 Gy ci vogliono le radiazioni di 100 radiografie al torace). Fry era agitato, ma volevo che venisse per conoscere il mio medico, una persona dolcissima che sa tranquillizzare chiunque.
In ogni caso dato che sto bene e non deve fare nessun agospirato al nodulino, ci vede tra un anno, verso settembre/ottobre.

L'altra novità è che finalmente è arrivato il momento del tatuaggio. Ci penso da tanti anni, e a dirla tutta il primo pensiero per un tatuaggio è stato questo:


E' tratto dal video di un musical "Hedwig and the angry inch". La canzone in questione parla e riassume una parte del Simposio di Platone. Nella fattispecie, l'immagine rappresenta le due metà appena separate e che non si incontreranno mai più.
Il problema è che questo è un concetto che qualcuno potrebbe definire offensivo, magari ci si potrebbe rimanere male nell'ottica di un concetto di rapporto di coppia basato su un romanticismo hollywoodiano stile "siamo fatti l'una per l'altra". Quindi per questo tatuaggio ci sarà ancora da aspettare un po'. In effetti, se ci pensiamo, ci cerchiamo in continuazione, da soli non sappiamo stare. Ma non esistono e non esisteranno mai due metà della mela che si incastrano perfettamente. Ci sono compromessi, punti di incontro, a volte discussioni, ed è normale e giusto che sia così.

Nell'attesa di questo, da tre anni circa a questa parte, il mio pensiero andava su un altro tipo di tatuaggio. Sulla scia di "Carpe diem" (quam minima credula postero) il tatuaggio che desideravo farmi era una scritta. Qui e ora.
Il qui e ora è una filosofia di vita. Mentre carpe diem invita a non lasciarsi sfuggire le occasioni quando queste si presentano, il qui e ora vuole lasciare da parte il passato, non preoccuparsi del futuro e vivere la propria vita in questo preciso istante. Cosa si farà domani, dopodomani, cosa è stato non esiste.
Qui e ora è come voglio vivere adesso, ma anche un ricordo a quando lo spazio (e di conseguenza il tempo) non esisteva ancora. C'è stato quell'istante in cui tutto è iniziato. E solo da allora si è potuto dire "qui e ora" in quando prima non esisteva né il qui, né l'ora.

Passando per miriadi di caratteri visionati


Alla fine, dopo mille ripensamenti ha vinto lei:

Quando il mese scorso ho annunciato a mia sorella la decisione presa di farmi il tatuaggio, ha preso coraggio e ha detto "quasi quasi vengo anch'io e me ne faccio uno piccolo sull'orecchio".
"Ok" le ho detto "allora me ne faccio anch'io uno sull'orecchio, magari ne scegliamo due complementari".

Sta di fatto che in quel mese nonostante varie proposte non siamo riuscite a deciderci. Io inoltre ho un lobo minuscolo.

La tatuatrice non è una persona qualunque. é Lara Kroft, che ora lavora per uno studio in via dell'arsenale 36, in pieno centro. Lara è la ragazza di un mio caro amico delle superiori e oltre a essere una ragazza stupenda è un'artista completa. Diplomata all'accademia, scultrice, pittrice, tatuatrice.
Qui la sua pagina facebook in cui potete vedere i suoi lavori. E ovviamente prendere contatti con lei qualora vi ispiri!

Sabato mattina, con il mio terrore di arrivare tardi siamo andati, io, mia sorella e Fry, allo studio. Ma c'era sciopero dei bus e Lara era in ritardo. E io me la stavo facendo addosso dalla paura.
Del dolore ovviamente.

Quando è arrivata poi abbiamo discusso del tatuaggio da fare. Lei ha proposto a entrambe un triskell: porte aperte per me, dunque, che ho indossato ciondoli con triskell da quando sono piccina.

Il lobo dell'orecchio e l'orecchio è vivamente sconsigliato. L'inchiostro si spande subito, non prende bene, l'area è piccola e rognosa e inoltre io, ricordiamolo, non ho lobo dell'orecchio.

Così decidiamo di farcelo entrambe sul collo dietro l'orecchio.

Chi parte? Io, ovviamente. Anche se ho fifa marcia.
Lara decide di partire dal tatuaggio sul collo. Speravo di fare prima quello sul braccio perché volevo vedere, ma non si discute con la persona che ti marchierà la pelle a vita, per cui forza e coraggio.

Copia il disegno sul collo e mi chiede se va bene. Ok.

Mi sdraio sul lettino a pancia in alto con la testa rivolta dalla parte opposta a Lara che mi dice "ora comincio". Chiudo gli occhi.
Sento il ronzio della macchinetta che comincia il lavoro, ma per il resto non sento niente. Forse in qualche punto la stessa sensazione che hai quando c'è un forte prurito. Ma niente. Sono sollevata e cominciamo a chiacchierare, del più e del meno, e in meno di 20 minuti il lavoro sul collo è terminato.

Qui un paio di foto di quando è stato appena fatto, di come è adesso (dopo una settimana precisa) e di come è stato abbinato a un vestitino e alla mia cresta.




Nella seconda foto pare un po' sbiadito perché c'è il riflesso della crema che dovrò mettere per un'altra settimana, il bepanthenol (una schifezza in fatto di petrolati ma se me lo consigliano vivamente io ci metto quello, anche se avrei preferito dell'olio di rosa mosqueta)

Comincia quindi la scritta sul braccio. Qui invece sento un po' di dolorino in alcuni punti, ma niente di terribile. Ci sono dei giorni in cui ho mal di pancia e sono piegata in due, questo in confronto non è davvero niente. Il silk epil è molto molto peggio.
Qui idem, foto appena fatto, foto fatta ora.



Il triskell di mia sorella è identico tranne per il fatto che lei lo ha fatto sul lato destro del collo e io sul sinistro.
Le indicazioni sono di lasciarlo sempre aperto ma ben idratato con la crema consigliata. La crema è unta e fa schifo ma chissenefrega.

Ogni tanto partono via pezzettini neri dai tatuaggi ma Lara dice che è normale, è la vecchia pelle che si stacca e lascia il posto a quella nuova.

Sono molto contenta per diverse ragioni, in primis quella di aver affrontato una mia paura.

Quando ho cominciato il primo tatuaggio Lara mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere: alla fin del salmo nella vita ci capitano tante cose dolorose che non ci scegliamo (e io traduco con "tante cicatrici visibili o non che ci segnano") e il tatuaggio è una cosa scelta. Forse per quello la affrontiamo meglio.

Questa è la mia cicatrice che mi sono scelta, che accompagna le altre che sono venute da sè e che forse le completa.

Per quel che riguarda il triskell, anche se scelto un po' all'ultimo, per me ha un significato molto particolare. Quando ero più piccina il cognato della mia migliore amica era andato in Provenza e ci aveva portato due triskell a ciondolo. Io il mio lo indossavo sempre, giorno e notte e ho smesso di indossarlo quando uno dei tre bracci si è rotto.
Poco dopo aver smesso di indossarlo mi sono ammalata. Io ero piccola e ci ho visto una causalità che non poteva esserci, ma dovevo dare un senso a quello che mi stava accadendo, e l'ho trovato in questa spiegazione irrazionale.

Quando questa mia cara amica, qualche anno fa, si è sposata, ho comprato a entrambe un altro ciondolo a triskell (che purtroppo non trovo più). Entrambi i ciondoli erano identici a questo tatuaggio.
Direi che anche lui ha quindi il suo significato oltre al legame con mia sorella che, sebbene costellato da modi diversi di vedere la vita, ci unisce nel sangue e nelle difficoltà affrontate in vita.

Oltre al tatuaggio del musical ne ho un altro, molto significativo, da farmi. Attendo un'occasione speciale e un altro po' di soldi...

Domenica ci siamo visti con Mohammed, appena tornato dal Marocco (e da altri luoghi!) che mi ha regalato questa bellissima borsa.


Dalla foto si vede poco ma è molto bella.
Vi lascio al video che sicuramente ho postato altre mille volte, in cui si vede il primo tatuaggio che mi volevo fare (anche se io riguardandolo oggi non l'ho trovato).

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