30 luglio 2012

la mia vita rubata

E' un periodo in cui parlo solo di lavoro quindi vorrei parlarvi d'altro.


Ok, non ho molti argomenti, del resto il lavoro mi impegna fino alle 19.30, spesso mi fa incazzare fino al mattino dopo, e non a torto.

Stamani mi chiamano, era un problema piuttosto grave. Da un cliente c'erano i vigili perché pare gli avessimo venduto un lotto invendibile. Ovviamente lui era sfavatissimo.
Ovviamente io ero impanicata.

La responsabile era a fare colloqui, il capoturno non rispondeva. L'attesa aumentava e io non sapevo che fare. Quando parlavo col cliente lui era sempre più sfavato.
Finché non torna la responsabile. Le racconto i fatti ma sono agitata, la mia speranza è che lei, essendo responsabile, prenda in mano la situazione. Almeno la chiamata. Ma no. Dopo due controlli mi sbotta "Certo, se tu avessi chiamati i **** ci saremmo risparmiati tanto tempo".

Sapete quella tonnellata di mattoni che ti cascano addosso all'improvviso? Ecco.

E oggi pomeriggio altro problemone, irrisolvibile sia da me che dalle mie colleghe. Lei era appoggiata alla porta di uscita e io metto in attesa il cliente e mi avvicino alzando il ditino per avvisarla che avevo una cosa da chiederle. Lei mi sorride e, pensando che mi fossi alzata per chissà quale altra ragione, mi sorride (ma con un sorriso da presa di culo) e mi dice da lontano "Prima rispondi al telefono", perché un telefono squillava e noi siamo obbligati a prendere anche le chiamate degli altri digitando una serie di tasti. Io rimango come una merda col mio post it con gli appunti che avevo preso e mi tocca fare il giro delle scrivanie per andare da lei a dirle che c'era questo problema.

Stamani tralaltro è stato un incubo. Stavo per scoppiare in lacrime e mollare tutto.
Una mia collega è corsa in bagno in preda a un attacco di panico.

Non ci si può far fregare la vita così.

2 commenti:

Zion ha detto...

ripeti con me. è solo lavoro, è solo lavoro.
Sai cosa succede al massimo?
che ti licenziano e ti pagano il tfr.

E' solo lavoro.

Carla ha detto...

Non sono preoccupata di perdere il lavoro. Sono dispiaciuta perché non ho un minimo di tempo per me. Perché sono alienata da un lavoro che mi impedisce persino di chiedere "come stai" al proprio vicino di sventure. Oggi non ho detto mezza parola con nessuno, non ce n'è stato modo né tempo.