09 giugno 2012

Fahrenheit 1472

Mi è successa una cosa spiacevole quando sono andata a lavorare stamani. Passo attraverso il doppio cancello cum filo spinato che mi separa dall'edificio in cui lavoro (e il cui spazio pare proprio la striscia della morte del tristemente famoso Muro di Berlino) leggendo i cartelli che mi avvertono di annunciarmi perché c'è una guardia armata nel gabbiotto. Entro nell'edificio e saluto la guardia armata che prende pazientemente nota di chi entra e chi esce, salgo le scale e sento i miei colleghi di sopra ridacchiare. Io ho in mano il libro che ho appena cominciato "Fahrenheit 451" (tralaltro finora lo trovo stupendo, sono proprio curiosa di sapere dove va a parare). Quando però arrivo da loro smettono di ridacchiare e si fa subito un pesante silenzio.

Ora, non voglio essere paranoica, però da che mondo e mondo non smetti immediatamente di chiacchierare con una persona quando ne spunta un'altra. A meno che tu non stessi parlando di lei. E riprova di questo, appena mi sono seduta, una ragazzotta parlando di una ragazza che sta affiancando, dice "...pensa che a me ha detto Basta basta mi stai dicendo troppe cose mi fuma il cervello." E giù risate.

"Va bhe" continua un'altra "noi abbiamo affiancato altre persone, io ho affiancato lui (indica il ragazzotto che mi ha affiancato) che è proprio un altro pianeta".

Io continuavo a essere lì.

Improvvisamente la mia voglia di socializzare è svanita. Così mi sono rimessa a leggere. In quel mondo non ci sono grosse delusioni, se un libro non ti piace puoi sempre chiuderlo e cominciarne un altro.

Stavo riflettendo di come passiamo da una schiavitù a un'altra. Da disoccupati ci sentiamo inutili e infelici e speriamo di trovare un lavoro, poi lo troviamo e ci sentiamo schiavi e sfruttati. Il tempo a disposizione diventa minimo e anche se abbiamo due euro in più non ce li possiamo godere.

Comincio a pensare di aver messo da parte il mio ottimismo per una sorta di realismo con sfumature noir, quasi pessimiste. Poi stanotte non ho dormito, mi pare (e dico mi pare) di non stare passando un periodo felice. E anche peggio, anzi, di ricordare momenti gioiosi ma non ricordo quelli felici.
Qual è lo spazio tra gioia e felicità?

Canzone del giorno: War Pigs Black Sabbath

2 commenti:

Zion ha detto...

i luoghi di lavoro sono come i corridoi di scuola, si formano gruppetti, tutti si sparlano dietro.
Ti ricordi quando ho parlato di non cercare Amicizie sul luogo del lavoro? Ecco. Cerca di andarci d'accordo, cerca di essere gentile, di fare bene il tuo lavoro e di non essere negligente.
Punto.
Fare confidenze? mai. Parlare di politica o di interessi sociali? Nein!
Solo col tempo, con taaaaaaaanto tempo, FORSE varrà la pena di approfondire con chi hai già "testato" essere una persona trasparente, vera. E dico una perchè non se ne trovano di più nei luoghi di lavoro (e facendo il consulente, giro come una trottola da una azienda all'altra, ho conosciuto migliaia di persone e sono convinta di quello che dico).

Lascia perdere i team di persone tutti affiatati, lascia perdere il lavorare assieme in cioia e armonia.
E' già tantissimo se c'è l'armonia.
Ti ricordi i gruppetti del liceo di cui parlavo sopra? Ecco, tutte le persone con cui lavori ne hanno fatto parte prima o poi. E non è cambiato niente, non cambia MAI niente.
Se entri in quest'ottica, lavorare in un team di persone che non si sono evolute dai tempi della scuola non sarà il luogo idilliaco in cui speravi di entrare, ma sarai ragionevolmente preparata ad affrontarlo.

Carla ha detto...

hai proprio ragione, e questo è tanto valido quando lavori con tante persone, come nel mio caso. quando lavoravo a firenze il back office era composto da poche persone, io mi trovavo bene con tutte le ragazze e avevo stretto amicizia con due o tre di queste (persone con cui mi sento ancora). qui mi pare proprio l'aula di una scuola (l'analogia che hai fatto rende molto). è come entrare a fine anno scolastico in una classe già ben formata, con i suoi gruppetti, e tu sei l'ultimo arrivato e tutti ti puntano il dito sulla schiena perché porti gli occhiali o sei un po' cicciottello. Ecco, credo che starò sulle mie per un bel po', finché non vedrò un po' di apertura nei miei confronti e poi deciderò il da farsi. Peccato, speravo di socializzare con un piano più rapido e invece mi toccherà seguire il piano standard...