01 ottobre 2011

A volte ritornano (e meno male)

Quando passeggio per Torino mi viene in mente una sola parola: eleganza. Non c'è altra città che secondo me rappresenti meglio questo aggettivo.
Trovo che il colore bianco, i portici puliti, le strade e le piazza immense, conferiscano una certa regalità alla città. Immagino persone con bastone da passeggio che risalgono via Po per andare verso Piazza Vittorio e splendide carrozze trainate da docili cavalli infiocchettati.
La verità è che Torino mi piace. E piace anche a chi non c'è mai stato e la vede per la prima volta. Questo perché su di lei non hai aspettative e quindi rimani sorpreso a vedere quanto può offrirti.
Se non si era compreso, lo scorso weekend sono stata a Torino. Ho staccato un po' da ogni cosa e sono stata bene, anche se ho visto Birba raffreddata (e sempre più invecchiata, sempre più malaticcia col suo cuoricino che non funziona bene).
Mi è presa un po' tristezza e quando stavo andando via e avevo già chiuso la porta d'ingresso che sono tornata indietro di corsa a salutare Poldo e Birba. Ho avuto un brutto presentimento e ho temuto di non rivedere Birba e non potevo sopportare questa cosa.
Il viaggio poi è andato bene, ho letto molto e ho dormito profondamente (tanti anni fa non sarei mai riuscita a dormire sul treno ma da quando ho conosciuto Roccio ho preso l'abitudine a dormirci e ora l'ho associato al sonno, tant'è che appena il treno parte posso leggere ben poche pagine che muoio subito).
Lunedì non è stata una bella giornata al lavoro, è un lavoro molto difficile ed era il mio primo giorno (travirgolette) da sola allo sportello. Credo di essere stata presa dal panico e di esserm sentita male, ma ora non ricordo bene cosa è successo, so solo che la notte non ho dormito e mi sono svegliata con un po' di mal di stomaco (che spesso mi viene quando sono agitata) e temevo di non essere in grado di fare un lavoro simile. Poi piano piano nei giorni successivi è passato, ho ricevuto tanti complimenti per la mia gentilezza e gli occhi e il colore dei capelli (davvero) e penso che in fondo è un lavoro che mi piace.
Mi piace perché posso aiutare gli altri a risolvere i problemi, anche se piccoli, e spesso (non so come) riesco a tranquillizzare le persone agitate.
Maya sta un po' meglio, il veterinario dice che deve fare fisioterapia camminando, quindi ora la lasciamo libera e in pace. Anche se zoppica ancora vistosamente ma è passato poco tempo, bisogna darle tempo. Molto probabilmente tempo.
Poi ieri è successa una cosa buffa, ricevo la richiesta di amicizia su facebook di un tale di cui non ricordavo il nome. Poi guardo le foto e però qualcosa mi dice. E alla terza foto esclamo "Malconcio!".
Per raccontarvi di lui devo andare indietro nel tempo, all'anno 2002 (credo) in cui mi ero appena lasciata con Chicco e passavo molto tempo su IRC sul canale delle #piantecarnivore. In questo canale non eravamo in molti, c'ero io, Malconcio, fonzie82 poi si era unito pesiolino (si chiamava così perché pesciolino non ci stava, era appassionato anche di acquari).
Il mio tempo era scandito dai loro, ero rimasta sola, senza un amico, e cercavo di uscire da un periodo di depressione totale: il gruppo di appassionati di piante carnivore mi ha aiutato molto in quel periodo. Appena c'era un incontro o un meeting prendevo e uscivo, e viaggiavo e giravo. In quel periodo raramente avevo un weekend in cui stavo in casa e in una di queste scorribande, a Padova, ho conosciuto Malconcio di Bolzano. Poi sono andata anche a trovarlo a Bolzano, dove ho preso un'incredibile sbronza e non ricordo molto di che è successo. Insomma, per farla breve: Malconcio ha fatto la specialistica in Agraria qui a Bologna e tra 15 giorni va via (lo avessi saputo prima, in questi mesi che sono stata qui!). Quindi oggi ci siamo beccati.
E' cresciuto, non in altezza perché è sempre stato altissimo, però di testa sì. Ma ovviamente, è passato del tempo, è giusto.
Abbiamo parlato anche del vecchio gruppo di appassionati, di come essere com'eravamo ci ha portati a coltivare le piante in un certo modo e del perché ora non riusciamo più a frequentare lo stesso gruppo: una volta eravamo tutti innamorati della nostra passione, e questo amore comune ci portava a divertirci insieme, a darci consigli, a tenere poche piante e trattarle al meglio. Purtroppo ora si parla molto di "collezione", è una sorta di gara a chi ha la pianta più bella e più rara. I doppioni non si regalano o scambiano come prima, ma si vendono. Il must è avere il clone introvabile comprato all'estero per svariate decine d'euro.
Purtroppo anche le persone che conoscevo non frequentano più il gruppo e anche ad andare agli incontri, negli ultimi anni, mi sono sentita un po' fuori luogo.
Comunque sarebbe bello fare un incontro con noi "di una decina d'anni fa", che non ci fregava se le nostre piante avevano qualche foglia secca, se erano perfette nella loro imperfezione, che quando avevamo una divisione da rizoma la regalavamo (perché è bello regalare una pianta, soprattutto se sappiamo che verrà trattata con cura da un altro appassionato), che non le chiamavamo mai "la nostra collezione" ma "le nostre piantine", che eravamo anche e soprattutto amici e ci divertivamo con poco.
Noi "appassionati". Che la passione è fatta anche e soprattutto dalle persone che riescono a condividerla.
Canzone del giorno: Per un'ora d'amore Subsonica

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