11 giugno 2011

La mia beerba

Sono tornata ieri sera a Torino sperando di coccolare la mia piccola Birba. Invece tra il casino della stazione e il resto, al telefono non avevo capito molto bene. Birba è ricoverata alla clinica veterinaria e non potrò vederla se non stasera, quando mia mamma andrà a prenderla. Nello stesso orario in cui io sono dalla psicologa. E i mille appuntamenti tra stasera e domani, potrò stare pochissimo con lei. Parlando con mia mamma mi sembra di aver capito che ha un'embolia vascolare. Muove le zampine ma non si regge in piedi, e mangia molto poco. Il veterinario della clinica dice che possiamo solo aspettare: potrebbe migliorare come peggiorare.
E' successo così, da un giorno all'altro Birba non si muoveva più. Mia mamma spaventata l'ha portata subito alla clinica dove le han detto che aveva un po' di artrosi e di lasciarla a riposo due settimane.
Mia mamma intanto ha faxato la cartella clinica al nostro veterinario dove, dopo un po' di titubanza in cui non se la sentiva di "scavalcare" il suo collega con esperienza trentennale, ha chiesto a mia mamma di riportare Birba alla clinica e farle fare una TAC.
Dalla TAC hanno visto questa cosa. Ora è sotto flebo e aspettiamo.
Ma che tristezza, stanotte pensavo davvero a come poteva essersi sentita abbandonata in un posto come quello, dentro un gabbiotto accanto ad altri cani che non conosce e accarezzata da mani sconosciute.

Stanotte ho fatto un sogno strano, ho sognato che ero a cena con Roccio dai suoi genitori nella loro casa nuova (che io non ho mai visto). Tutti chiacchieriamo allegramente, solo il babbo di Roccio mi guarda male (ho già fatto un sogno simile dove lui non proferisce parola e mi guarda malissimo) e sta in silenzio. Succede però una cosa che nell'altro sogno non è successa. In primis nell'altro sogno mi sentivo devastantemente in colpa, mentre in questo no. Nell'altro sogno non reagivo in nessun modo mentre in questo sbotto e gli dico che non sono affari suoi di come sono andate le cose tra me e suo figlio. Che possiamo tranquillamente anche parlare insieme senza problemi perché non ci odiamo e andiamo d'accordo. E questo non lo deve interessare.
Credo di aver risolto, a modo mio, la questione dei sensi di colpa in questa faccenda. Ho metabolizzato che non è colpa mia, e che non potevo comportarmi altrimenti. E che non ero obbligata a salutarli, in nessun modo.
Detto questo, oggi ho la psicologa, poi torno a casa a vedere Birba, poi cena con i compagni delle elementari, poi spettacolo di teatro comico (dove recita sempre un compagno delle elementari) e poi morte a letto, spero. Non ho molta voglia di andare in giro. Domattina voto al referendum e domani pomeriggio si parte. Incrociate le dita per la mia Birbina.

p.s. lunedì ho un colloquio, per un lavoro che non c'entra nulla con l'informatica. mi sa che la programmazione non fa per me, poi se trovo lavoro subito, tra qualche mese potrei davvero finire in Madagascar. E il corso? Ci penserò: per ora posso dire che non me ne frega assolutamente nulla e il discorso del corso e dell'esame mi mette solo ansia?

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