24 maggio 2011

Se non ora, quando?

Oggi va meglio. Visioni pessimistiche si sono dissolte come neve al sole. Forse torneranno, non so. Per ora mi godo questo momento tranquillo, i momenti di vita quotidiana e ah, stasera alle 18 non mancate: su Geo&Geo parleranno di piante carnivore e ci saranno due persone che conosco a chiacchierarne. Uno, tralaltro, bolognese.
Altre novità: un mio amico milanese si è lasciato con la fidanzata con cui stava da 7 anni. Posso tranquillamente affermare di non aver mai visto tante separazioni come quelle avvenute tra la fine del 2010 e ora.
Sarebbe buffo sentire cosa ne pensano gli astrologi. Quali pianeti si sono congiunti per portare a tante separazioni?
Le conto sulle ditine della mano eh? Almeno 5! Ma se mi sforzo, secondo me, ne vengono fuori altre.
Comunque, coppie separate, non disperate. A volte stare da soli anche per breve tempo ci aiuta a recuperare noi stessi, ovvero ciò che di più importante abbiamo. E poi la separazione può non essere anche un distacco. Quando si vuole bene a una persona, anche se le cose non sono più le stesse, quando si ha condiviso tanto, non è che detto che non ci si debba più sentire. Non è detto che le coppie esistono solo in quanto coppie.
Certo, quando la rabbia è tanta questo passaggio è impossibile. Ma auguro a tutti che non sia così.
Detto questo, sabato siamo stati a Ravenna. Bello, bei mosaici, anche se non siamo riusciti a vedere tutto perché la simpaticissima signora della prima biglietteria ci ha venduto biglietti per tre strutture che non erano quelle che volevamo vedere. Fatti altri due passi abbiamo trovato una seconda biglietteria con le cose che ci interessavano. Che poi "Vi vedo giovani, ci sono sconti per ragazzi fino ai 25 anni". Se, grazie mille ma ne abbiamo trenta.
"Ah allora ci sono sconti per studenti". Ecco, ci prendi in giro?
"Va bhe, comunque la bimba piccola non paga"
Bimba piccola? Ci giriamo e i turisti tedeschi lì accanto avevano parcheggiato un passeggino accanto a noi.
"Ma non è nostra!"
Ah scusate.
In un attimo ci siamo sentiti ventiquattrenni studenti e padri. Magari per la prima, anche no per le ultime due. Ho scoperto che studiare non fa proprio per me.
E infatti il corso Java non è stata un'idea meravigliosa. Chissà che pensavo quando mi sono iscritta. Cioè lo sapevo, temevo di non trovare lavoro e volevo tenermi impegnata. Ma non esattamente l'impegno che fa per me. Forse era meglio usare la mia solita tattica. Trovare un lavoretto e nel frattempo cercare.
E ora mi tocca studiare anche per l'esame, se no è stato come buttare via un anno di lavoro. E il Madagascar? Spero per settembre. Vuol dire prosciugare gli ultimi risparmi; ma se non ora, quando?

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