09 ottobre 2009

Tettografia

Stamane mi è toccata: la tettografia.
Prima, però, dato che la mia esenzione ticket è scaduta, sono andata all'asl per rifarla. Apriti cielo!
Il funzionario mi ha detto che fino a lunedì non si sa nemmeno cosa e come fare, e che nel mio caso è ancora più complessa la cosa, dato che la mia esenzione era stata concessa da un'altra regione. Dovrò portare (non appena sapranno anche loro esattamente "cosa" dovrò portare) la documentazione medica del '93 nella quale è stata diagnosticata la patologia, il linfoma di Hodgkins.
Devo proprio scavare nei ricordi ospedalieri per trovare quella roba là.
In ogni caso un po' mogi, io e Roccio andiamo via dall'asl per recarci a Villa delle Rose (Careggi) per fare la mammografia.
La signorina tanto gentile del CUP mi aveva comunicato il seguente indirizzo per Villa delle Rose: via del Pergolino 4/6. Ieri sera controllo su google maps, mi dico che è semplice evviva evviva ci si arriva in poco tempo.
Peccato che in via del Pergolino 4/6 non c'è nessuna Villa delle Rose. Entriamo nella struttura che sembra stare al suo posto e chiediamo informazioni. La signora ci comunica che non è la prima volta che le capita una cosa del genere ma quella non è Villa delle Rose. Io non conoscevo l'azienda ospedaliera di Careggi. Sono abituata al fatto che un ospedale è unico e all'interno ha i suoi bei reparti. Careggi è un quartiere, diciamo, dove ogni villettina col suo spettacolare giardino è un "pezzo" dell'ospedale. Capita che questi pezzettini siano però molto distanti tra loro.
Così, quando la signora ci fornisce le indicazioni e Roccio sgrana gli occhi, io capisco che c'è parecchio da camminare.
Cammina cammina cammina e Villa delle Rose mica si vede.
Arriviamo al Meyer, l'ospedale pediatrico e chiediamo informazioni. Niente, Villa delle Rose era più dietro, ci dice la signora che c'erano anche le indicazioni. Torniamo indietro e ci inerpichiamo per una salitina. Raggiungo una dottoressa e chiedo se Villa delle Rose è da quelle parti. Lei ci indica il cancello di fronte a noi e dice "E' qui".
Insomma per farla breve, meno male che siamo andati con due ore di anticipo.
Entriamo e andiamo all'accettazione. La signorina al bancone guarda la mia prenotazione e scuote la testa. "Lei non deve fare questo esame" mi dice "è troppo giovane. Le mammografie di controllo si fanno più in là con gli anni". Sorrido e le dico gentilmente che sono stata operata, mi guarda, annuisce e controlla sul suo elenco. "Troppo presto" continua "non posso farla passare".
Porca miseria mi verrebbe da arrabbiarmi ma non mi arrabbio. Le dico che se c'è da aspettare aspetteremo. "No, ora sento se posso farla passare". Chiama non so chi e mi dice di andare in sala d'attesa che verrò chiamata col numerino.
Effettivamente in sala d'attesa sono la più giovane (questa è una parola che oggi ho sentito spessissimo riferita a me). Il radiologo, che ogni tanto si affaccia dallo stanzino, è giovane ma ha un'aria austera. In netto contrasto con i suoi capelli biondi che sembrano decolorati. Non sorride, non ha espressioni, un po' mi fa paura.
Quando è il mio turno gli porto ciò che ho in mio possesso. Precedente mammografia, esame cito-istologico della fettaditetta asportata ecc ecc.
Ma appena entro mi dice "Come mai qui? E' così giovane!". Gli riassumo la mia storia clinica, mi fa spogliare e mi fa avvicinare alla macchina.
Mi dice "Lo sa che sarà doloroso, vero?". Annuisco, ma il ragazzo è stato in gamba. Non mi ha fatto male ed è stato veloce, a differenza di Torino dove sono stata maneggiata e dove mi hanno effettivamente fatto male (lamentandosi, in maniera discreta, del mio seno piccolo che per la mammografia è un casino). Il medico biondo austero quasi tedesco che chiameremo Hans mi sposta mi gira e rigira e fa tutto ciò che deve fare. All'ultima proiezione mi sorride, strano ma vero, ed esclama "Lei è molto coraggiosa". Il che mi fa arrossire, perché per me è una specie di complimento dato che mi giudico assolutamente fifona. Mi dice di aspettare perché per chi è stato operato c'è anche la visita.
Sappiate che negli ospedali, nelle sale d'attesa, è normale sentir parlare di morte. E' come quando si mangia e si parla di cibo. Non riusciamo ad estraniarci dal contesto ed è buffo sentire queste signore che parlano di chi e di come è morto questo o quell'altro. "Se nè andato così, in fretta, che peccato".
Mi annunciano che ci sarà da fare anche un'ecografia e la visita. Bene, così la visita senologica non dovrò più farla il 22 ottobre. Anche in sala ecografia c'è un'atmosfera allegra e il solito "E' così giovane" che mi si è incollato addosso a tal punto che non ricordo più di avere 28 anni.
Anche l'ecografia e la visita non hanno rilevato niente. Sono sana, nessun segno di cose strane e ho persino un intero giorno di ferie per me. Ora però vado a preparare la borsa che stasera si sale a Torino.
Weekend con compleanno di mia mamma. E raffreddore a gogò.

4 commenti:

Zion ha detto...

mi viene in mente una sola cosa: affascinante. trovo questi libri e queste paure affascinanti. è per questo che amo i film horror, è per questo che ho letto medical thriller, ma soprattutto è per questo che devo fare testamento biologico. sul serio, vorrei stringerti la manina e dirti "che paura!!!" perchè ti capisco benissimo...

Anonimo ha detto...

Io invece ho paura dei film di paura e non li guardo, ho paura dei libri di paura e non li leggo... ma esistono i cd di paura?
badguy
p.s. comunque per sicurezza non li ascolto!

Anonimo ha detto...

Io invece ho paura dei film di paura e non li guardo, ho paura dei libri di paura e non li leggo... ma esistono i cd di paura?
badguy
p.s. comunque per sicurezza non li ascolto!

Carla ha detto...

Zion: effettivamente l'altra sera ho sognato di beccarmi la suina e che la suina era direttamente correlata all'encefalite letargica! Argh!

BadGuy! ahahah, i cd di paura esistono, sentiti Simonetti!