05 maggio 2009

Di unioni e divorzi
di cavalieri e dame

Il 2 maggio siamo stati testimoni di un’unione ufficiale: il matrimonio dei nostri amici principessa nera e primo cavaliere. Non ero mai stata protagonista dell’organizzazione del retroscena di un matrimonio, ovvero dell’addio al nubilato, della scrittura di cartelli messi durante il tragitto che avrebbe dovuto fare la sposa per arrivare in chiesa, alla “sistemazione” di cartelli sull’auto che avrebbe riportato la sposa al ristorante e poi a casa.
La sposa è giunta in chiesa su un furgoncino wolksvagen bianco e rosso, uno spettacolo di vettura.
Io, lo confesso, ho delle idee contrastanti sul matrimonio. Mi piace la festa, mi piace la gioia dell’evento, ma cinicamente spesso riduco tutto alla firma di un contratto dove ci si giura amore eterno. E un contratto d’amore non può esistere.
Diverso è il caso della tutela legale, però a quel punto sceglierei il comune. Sposarmi in chiesa mi sembrerebbe una mancanza di rispetto verso chi crede, dato che io sostanzialmente non credo.
Ma sono le mie idee. Sono sempre felice quando vedo che le persone sono convinte del loro passo e vogliono proprio fare quel passo. Sono felice quando vedo che credono e che sentono dentro questa grande promessa che stanno facendo al loro Dio comunque esso si chiami. Li ho visti piuttosto convinti di questa cosa, hanno fatto un percorso insieme, anche di tipo religioso, e quindi non posso dir loro nulla, ma solo essere sinceramente felice per loro.
Tralaltro erano un bijoux così conciati, e anche noi non eravamo affatto male. Vestiti così carini quasi non ci si riconosceva. Io per la prima volta col tacco a spillo 10 che mi si piantava nella terra ammorbidita dalle piogge dei giorni scorsi e ad ogni passo rimanevano lì piantate.
Nel pomeriggio ci siamo quasi tutti levati le scarpe e abbiamo camminato a piedi nudi sul prato, un po’ di tregua dai trampoli per le donnine e dalle scarpe strette per gli ometti. Roccio era piegato dal mal di schiena (e tutt’oggi mica sta molto meglio) e ad ogni passo sentiva le fitte corrergli giù per la gamba. Stephen è riuscito per errore a staccare la spina della corrente al tizio che suonava, interrompendo per un attimo la musica e dichiarando ad alta voce, con la spina in mano “Non sono stato io!”. Francesca si era data una specie di fondotinta spray sulle gambe perché erano troppo pallide. Io avevo rimediato indossando delle calze color carne ma nemmeno queste potevano fare qualcosa contro il mio pallore. Roccio durante il buffet è sparito tra i tavoli pieni di cibo riempiendosi il piatto di golosità mentre io incespicavo incastrandomi nella terra. Francesca ballando ha preso una storta e la sposa soffriva per le scarpe strette.
E’ stata una bella avventura.
Dopo l'unione di cavaliere e principessa fa strano sentire del divorzio tra il cavaliere e la Veronica. Buffo.
Ecco, lo dovevo dire. Il mio racconto è stato breve perché ho perso un po’ l’ispirazione alla scrittura. Non che non abbia niente da dire: ogni giorno penso “cacchio questa cosa la devo scrivere sul blog”. Poi bum, arrivo a casa, sistemo due cose, mi faccio una doccia, si cucina, si stende, si lavano i piatti si cazzeggia e la giornata è più che terminata.
Ora mi ci devo proprio impegnare, ci sono un sacco di cose da dire, magari cazzate. Però meglio, questo è per me una specie di diario, a volte vado a cercare alcune date importanti sul blog perché altrimenti non le ricorderei.
Ieri, per esempio, ci ha chiamato la proprietaria di casa per dirci, tra le altre cose, che i vicini si lamentano del disordine del giardino. E c'è anche la siepe. Mannaggia a loro quasi non ci ho dormito e stasera dovrò sistemare tutto.
Quindi.

Canzone del giorno: Dynamite Scorpions

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