19 febbraio 2009

La Fura dels Baus

Ieri sera siamo stati al teatro tenda a vedere lo spettacolo Boris Godunov della compagnia teatrale catalana "La Fura dels Baus".
Dove finisce lo spettacolo e comincia la vita reale? Ieri sera tutto si è confuso.

Lo spettacolo è ispirato ad un fatto drammatico realmente accaduto, la tragedia del teatro Dubrovka, a Mosca.

Ti sei appena seduto e già ti chiedi quando comincia il brivido in diretta. Ti sei appena seduto e cerchi il bagno, perché non vuoi più alzarti dalla tua sedia ma vuoi giocare al sequestro finto, alla parodia del terrorismo.

Eppure è così: comincia tutto come uno spettacolo qualunque e tu ascolti i dialoghi spagnoli e leggi la traduzione su uno schermo a sinistra del palco. Comincia ma non comincia perché hai pagato per vedere altro, ma non sai nè come nè quando arriverà.

Alla fine eccolo, un rumore forte viene dalle casse ed entrano uomini in passamontagna. Quello che sembra essere il capo spara dei colpi di pistola in aria e lo spettacolo comincia. Da quel preciso istante siamo tutti ostaggi di terroristi (terroristi?) ceceni. Inutile dirlo: è emozionante e indescrivibile. E' necessario guardarlo con i propri occhi. E' necessario osservarli e sentire i suoni mentre piazzano le bombe (finte?), mentre ci dicono di non spaventarci, come fosse però fosse un'intimidazione.
Il mondo è finito, il teatro è chiuso, solo noi e i (finti?) terroristi.
Lo spettacolo è qui accanto a me, mentre un attore con passamontagna e mitra mi squadra sospetto. E' all'entrata del teatro, dove una telecamera piazzata riprende ciò che vi accade e uno schermo me lo mostra. E tra gli stessi attori che interpretano gli attori del finto spettacolo che proponevano all'inizio.
Mi giro ovunque e siamo circondati.
Il capo dice di chiamare casa, perché i telefonini saranno sequestrati (davvero?).

La paura non è reale, sappiamo tutti che è una finzione. Ma pochi si alzano e nessuno applaude, come invece accadrebbe in qualsiasi altro spettacolo. I personaggi si colorano di una storia tutta loro e quasi ti commuovono anche se potenzialmente potrebbero essere i tuoi assassini.
Vogliono negoziare la libertà del loro popolo con i russi, ma questi non avranno pietà. E nemmeno loro, quando entra un padre chiedendo di scambiarsi con suo figlio (questo fatto è accaduto realmente anche a Mosca).
Una giornalista cerca di mediare. La conosciamo tutti: è Anna Politkovskaja. Proprio oggi ne hanno parlato i giornali e le tv. Una giornalista assassinata poco più di due anni fa, il cui processo non ha trovato colpevoli.
Come colpevoli effettivi non ce ne sono stati per il teatro Dubrovka in cui trovarono la morte circa un centinaio di persone a causa di un gas fatto inalare a seguito di un raid. Una strage tra ostaggi e terroristi.

Sei lì e pensi e non proferisci parola. Sai che è finzione ma il tuo cervello potrebbe ingannarti. Allora non fiati, ti gusti lo spettacolo. Poi immagini che potrebbe essere realtà e un po' di ansia arriva. E così via.

Ma solo uscendo riesci a descrivere quello che è successo e a criticare (in positivo) la regia e gli attori.

Davvero davvero bello. Tanto che si pensava di fare il bis a Torino.

MA.
Cosa si sogna dopo uno spettacolo del genere?
Facile a dirsi: si sogna lo spettacolo. E altre cose orrende.

Sono al lavoro e mi sono portata un libro sulle immagini della seconda guerra mondiale. Ha una copertina rossa e sembra un libro per ragazzi (nello specifico "Come creare una rock band da sballo"). Lo apro e ci sono delle foto in bianco e nero. Una specie di prima e dopo la cura dimagrante ma senza cura dimagrante. Però con radiazioni. Agenti radioattivi.

Insomma la prima foto rappresenta dei soldati, sembrano i protagonisti di Happy Days. Sorridono e sono ritratti in primo piano. La seconda foto è il dopo. Dopo l'esposizione a qualche schifezza radioattiva. Le loro teste sono totalmente coperte da una specie di lenzuolo bianco che entra dentro le ordite. Non si intravede nemmeno il viso ma solo dal telo capisci che gli occhi non ci sono più. Al loro posto si allargano macchie scure (sangue) che rendono la cosa incredibilmente tetra.

Questo piccolo spezzone è di facile interpretazione. Ieri sera a teatro siamo andati con un collega di Roccio, appassionato di fotografie e libri e altre cose.
Dopo lo spettacolo ci ha invitati da lui a prendere qualcosa da bere, così ci ha mostrato un libro di fotografie molto bello (tra le tante immagini anche quelle di guerra, ovvio). Sono iscritta da poco in un social network in cui si parla di libri e la mia piccola falla nel mucchio di libri che ho registrato è proprio "Come creare una rock band da sballo", preso per curiosità, ma pur sempre un libro per ragazzi a differenza del resto della mia biblioteca.
Altro libro acquistato di recente è "I medici nazisti" un tomo di 700 pagine che descrive le atrocità più atroci compiute dai medici nei campi di sterminio e/o di concentramento nazisti.

Uno dei capitoli di questo libro parla delle sperimentazioni e uno degli esperimento consisteva nel cercare di sterilizzare uomini e donne con altissime dosi di radiazioni localizzate. Quando le dosi erano eccessive i testicoli, letteralmente, marcivano. Nel mio sogno ho sostituito i testicoli agli occhi dei soldati e ho fatto un'inversione sia del prigioniero/carnefice, sia del passamontagna indossato dagli attori il quale mostra gli occhi ma nelle immagini nel sogno gli occhi erano mancanti.

L'immagine, tralaltro, mi ricorda un quadro di Magritte. A Milano c'è la mostra di Magritte a cui vorrei tanto andare ecc ecc.

Oggi ho due canzoni del giorno: Cattiva Samuele Bersani e Sunday Bloody Sunday U2.

Ho comprato un test di gravidanza ma non sono incinta, le mie cose sono in ritardo. La brutta cosa di quando sono in ritardo è che comunque riescono a essere puntuali. Mi spiego meglio. Sono in ritardo di una settimana. Quasi sicuro arriveranno domani, come a dire "Ho forse sbagliato giorno? Ero sicura dovesse essere venerdì ma non ricordavo quale!". Una volta saltarono per 9 mesi, il tempo di una gestazione.
Dispettose con brio.

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