10 aprile 2008

Inizio della prima parte

Sono a pezzi. L'altroieri serata fimo, ma sono scappata alle 22.30 perché il giorno dopo sarei andata al colloquio a Empoli. Quindi ieri mi sono svegliata alle 5 del mattino perché avevo il treno alle 7.15. Per ottimizzare i tempi sono andata in macchina fino alla Seat Paginegialle dove ho parcheggiato e poi ho preso la metro fino alla stazione. Il viaggio è stato devastante e l'Eurostar ha fatto ritardo (inoltre ero circordata da scolaresche che non sono state zitte un solo nanosecondo), quindi ho perso la coincidenza per Empoli. Ho preso il treno successivo all'incirca 10 minuti dopo quello che avrei dovuto prendere, ho chiamato l'agenzia per avvisarli che avrei fatto tardi (e che invece delle 12.29 sarei arrivata in stazione alle 12.39). La ragazza, tutta scazzata, mi dice "Sì ma noi alle 13 chiudiamo, semmai ci vediamo poi alle 14".
No, dico io, alle 13.59 ho il treno per tornare a Torino. Ma dico, cazzo, hai una ragazza volenterosissima che da Torino si spara 500 km tra adolescenti acneici in preda a crisi acneiche e te alle 13 precise devi chiudere se no il tuo SUV si trasforma in un licaone gigante e tu diventi quell'arpia che eri fino a due secondi prima che il tuo datore di lavoro ti concedesse questo posto?
Insomma alla fine ce l'ho fatta ad arrivare prima delle 13 e il colloquio è stato davvero di 10 minuti. Mi bastano.
Ho solo bisogno di qualche soldino, davvero difficile da capire?

Colloquio finito, riparto per Torino già un po' devastata. Il treno è un Intercity plus che di plus non ha proprio nulla. Anzi forse ha qualcosa minus. Intercity minus sarebbe un buon nome per questo aggeggio. I bagni non funzionavano, le porte erano scrostate, i vetri luridi. Dentro c'era un puzzo che non si stava, persino il controllore passando accanto a noi aveva aperto i finestrini. Però così faceva freddo e noi li abbiamo richiusi. Ovviamente nemmeno il tempo di dormire un attimo ed era salita un'altra scolaresca, con i prof che urlavano più degli alunni per farsi sentire richiamandoli al silenzio.

Mentre tentavo invano di dormire pensavo che già lunedì comincio il corso mentre mi sarebbe piaciuto oziare una settimana. Non importa, saremo noi, è solo questo conta. Progetto un weekend da non uscire nemmeno per affacciarsi alla finestra e nel quale il massimo dei movimenti sarà dal divano al letto e dal letto al divano.

Arrivo a torino, piglio la metro, ripiglio la macchina, torno a casa. Mi lavo la faccia e le mani, non ho tempo per una doccia nonostante il puzzo del treno che mi sento addosso. Mangio, mi trucco ed esco. Vado a prendere RagnoB che mi porta in un locale bellino bellino. Si chiama il cab41. Si fa cabaret e al costo della consumazione (un cocktail costa 8 euro) si può assistere ad uno spettacolo di cabaret spassosissimo. Mentre ciarlo con RagnoB mi sento toccare un ginocchio* (metto un asterisco qui perché me lo devo ricordare). Già pronta con un gomito per colpire l'eventuale aggressore mi volto e vedo un ex collega. Oh toh, il mondo è piccolo. Ci si saluta, lui era una donnina che si presenta, ci si risaluta e io e RagnoB riprendiamo i nostri discorsi. La serata è stata bellina, appena scarico dal cellulare qualche filmato lo metto qui sul blog. I comici sono stati spassosi e ci siamo concessi qualche foto con loro, che in serata hanno ripreso le classiche problematiche uomo-donna che tanto fanno ridere. Eppure sono verità assolute. Lo shopping per la donna che ha una sola cosa in testa, e come i Queen ripete ossessivamente "The shopping must go on". L'uomo che ha difficoltà nel trovare differenze tra vari tagli di capelli e che capisce a un certo punto della sua vita, che il fatidico punto G si trova, appunto, proprio alla fine della parola shopping. Il terrore negli occhi di lui quando, seduti su un divano a guardare un film, lei si volta di scatto e pronuncia le famose parole "Sai a cosa stavo pensando?", partendo con una pippola mentale che nulla aveva a che fare con ciò che stavate facendo. E il tour Le Gru-Ikea (Le Gru attualmente è il centro commerciale più grosso del Piemonte e fino a poco tempo fa anche d'Italia. E' tatticamente posizionato accanto all'Ikea in maniera tale da riempire i cogliono dei poveri uomini che ci seguono in questi estenuanti tour di circa 5 ore) che la donna riesce a far fare all'uomo dicendogli una frase ben precisa: "Cambiamo le lenzuola?". E ogni qualvolta la donna comprerà qualcosa e lui chiederà "quanto l'hai pagata?" lei avrà sempre questo jolly di riserva: "ERA IN SALDO!".

*Riprendo il discorso del ginocchio qui, pensando a quando, a volte, piccole frasi o gesti diventano sconvenienti. Il ginocchio è zona delicata, sotto la coscia e sopra il polpaccio. Zona di confine in due terreni che possiamo definire intimi. Toccare un ginocchio può essere frainteso, proprio per la diversa comunicabilità che esiste tra uomini e donne. Gli uomini che vendono tutto come una concessione e le donne che in effetti di concessioni (almeno ai loro occhi) ne fanno pochissime. Se un lungo sguardo può far pensare a un uomo che una donna è interessata, a quest'ultima un lungo sguardo di lui può far pensare semplicemente che ha qualcosa fuori posto. Let's go. Differenze di comunicazione. In poco la donna diventa troia.

Ieri sera nanna alle 2, la serata è finita tardi, ho accompagnato RagnoB a casa, si son fatte altre 4 chiacchiere e stamattina sveglia alle 7.30. Mia mamma ha deciso che vuole farmi un regalo ma vuole che lo scelga io. Ma alla fine non l'ho scelto io perché lei era partita già con un'idea ben precisa. Voleva regalarmi un ciondolo o un anello e qui metto altri asterischi per ricordarmi.**

Dato che dovevo portare anche la 600 dal meccanico per farle fare un controllo prima della partenza per Firenze e dovevo anche andare a Panorama per cercare un modem router wi-fi mi sono organizzata così. Prima Panorama, poi passo a prendere mammà, poi si va dal meccanico, gli si lascia la macchina e si va in centro con i mezzi pubblici.
Vado a Panorama a cercare il router modem ecc ecc, ne trovo uno ma poi scopro essere solo access point, senza modem. Intanto un vecchino che cercava la mia stessa identica cosa si lascia scappare un pensiero a voce alta Ma no, l'ai-fai ora non mi serve. Scappo per non ridergli in faccia. Prendo due cosine a Panorama e passo da mia mamma, si va dal meccanico, si va poi in centro a fare due passi e cercare il mio regalo.

**Repeat: non indosso gioielli. Non amo l'oro giallo, anzi mi fa abbastanza cacare. Gli anelli mi piacciono semplici e d'argento ma ne indosso già uno comprato anni fa alle botteghe medioevali del borgo medioevale del parco del Valentino. Così alla fine le ho detto che se proprio voleva prendermi un ciondolo, mi sarebbe piaciuto qualcosina della breil. Ora però stacco e continuo dopo che devo andare a prendere la macchina e sistemarmi un attimino.

Anzi, vista l'ora continuerei domani.

Canzone del giorno Parco Sempione Elio e le Storie Tese

2 commenti:

Zion ha detto...

hihihi bellissime le battute del cabaret!!!
:D

Carla ha detto...

non sono verità assolute? eheh un bacione!