29 maggio 2007

Non ho scritto in questi giorni. C'è un perché. Giovedì Roccio è andato a ritirare la macchina, ci tenevo un sacco ad esserci anche io, così lunedì ho chiesto ferie per giovedì e venerdì. Mercoledì me le hanno confermate (non ci speravo davvero, sono così fiscali a volte) così ho preparato di corsa ogni cosa che andava preparata per partire il giovedì mattina stesso. Era tutto calcolato, ma ovviamente (badguypt mannaggia a te, forse te lo sapevi!) ci si mette di mezzo trenitalia. Guai a me a prendere un'altra volta un treno della linea Milano - Napoli.
Comunque il treno fino a Milano non ha problemi, ma lì comincia il delirio. Lo cambio e non parte, ha già dei problemi al locomotore. Dopo una ventina di minuti ci concede la grazia di partire e arrancando arrancando (fermandosi in ogni dove) arriva a Bologna, dove c'è quello che si pu definire uno scalo (o cambio) tecnico. Cambia il numero di treno, cambia il capotreno. Da quel poco che ho capito dopo il vecchio capotreno dice al nuovo che il locomotore ha avuto problemi in partenza, però va, eccome se va. Infatti alla stazione dopo siamo fermi, bloccati. Tutti sull'unica banchina dell'unico binario sotto un sole cocente e con l'aria condizionata spenta. Il capotreno dice che non va più, il treno, che provano a spingerlo ancora un po' ma, eh, lui che ne può poverino. Gli avevano detto che il locomotore andava (beata ignoranza).
Invece di fermarsi, dato che eravamo a pochi chilometri da Bologna, decide di proseguire. Con l'assurdo risultato di rimanere ancora bloccati ma questa volta nel nulla. Io comincio a essere bene o male abbastanza disperata: andare con Roccio a comprare la macchina era una cosa a cui tenevo tanto, però gli dico di andare, perché il ritardo comincia a essere considerevole (un'ora e passa) e rischiamo di non fare più nulla. Ho anche la batteria del cellulare che mi sta abbandonando e sono costretta a spegnerlo per tenermi quel briciolo di carica in caso di emergenza.
Dicevo, ci fermiamo, e nel nulla. C'è una casetta con un'orticello da una parte, oltre un binario che non possiamo attraversare (c'è il rischio di rimanere schiacciati da un altro treno, mica pizze e fichi). Così ci spargiamo qua e là sull'altro lato del treno dove c'è il nulla assoluto (una specie di boschetto, un ponte che si affaccia in un altro nulla). Fa caldo, parecchio caldo e dentro il treno spengono l'aria condizionata (ovvio, spegnendo il locomotore). Nuove disposizioni ci dicono che il locomotore non va proprio, e che stiamo aspettando aiuti da Bologna. Qualcuno comincia a sentirsi male, i finestrini sono chiusi e bloccati e il capotreno passa ad aprirli tutti uno per uno. I bagni non funzionano, quindi c'è anche puzza. Ma, udite udite, anche il bar ha finito l'acqua. Siamo nelle peggio condizioni e l'unica cosa che possiamo fare è aspettare (e prendere a testate il capotreno). La cosa strana è che mentre io sto quasi piangendo dal nervoso, nessuno sembra perdere la testa. Un ragazzotto ci prova con una ragazzotta, due signore fanno amicizia, qualcuno ne approfitta per fare qualche chiamata. Intanto il capotreno telefona alla stazione di Bologna per sapere quando arriverà un altro locomotore a trascinarci.
E così, con un ritardo di appena 210 minuti ripartiamo. Roccio ha già preso la macchina e viene a prendermi con la 207. Io sono abbastanza nervosa e agitatina e deliro su una eventuale denuncia contro trenitalia (perché del loro rimborso del 30% del biglietto io non me ne faccio nulla). Ma, meno male, mi calmo quasi subito. Ho accanto a me un calmante a dimensione umana. Facciamo un giro a I Gigli e poi torniamo a casa.
Ora vi lascio con qualche foto del delirio trenitaloso, ricordandomi che sabato e domenica c'è anche stato il meeting primaverile delle piante carnivore a villa Vogel, quartiere Isolotto, Firenze. Piante davvero spettacolari e gente piuttosto vivace (ricordiamoci di Edward mani di forbice che appena ha qualcosa che non va taglia tutto). Un abbraccio forte al formidabile Sergio Cecchi che come lui davvero non ce n'è.
Oggi gioco con la nostra nuova Canon facendo foto a destra e a manca e valutando sulla possibilità di partecipare a Longarone. Che si fa? Si va?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sento sempre molto partecipe alle storie di treni e tendo a simpatizzare per la gente abituata a farsi calpestare da trenitalia, ma, che ghiamine, ora che avete una macchina nuova chissenefraga di trenitalia!
Badguy

Carla ha detto...

Torino-Firenze è una bella distanza. Da fare in macchina.. Caspita mi sono informata per gli aerei ma gli orari fanno cacare e costa un sacco. Che injustizia!