05 dicembre 2006

Borderline

Dopo 4 anni ci siamo. Pare che sia stata proprio la Franzoni. Dopo 4 anni e team di medici esperti potrebbe essere stata lei. Potrebbe?
Copio l'articolo de La Repubblica.

CRONACA
Torino, lunga udienza per il processo d'appello che riprenderà il 19 dicembre
Riesaminati gli istanti successivi la morte del piccolo Samuele Lorenzi Cogne, riascoltata la telefonata al 118

L'esperto: "Il vuoto negli occhi della Franzoni" Il consulente del pm: "Disturbo grave di personalità"

I periti concordano: "Uno stato crepuscolare di coscienza"
Cogne, riascoltata la telefonata al 118
L'esperto: "Il vuoto negli occhi della Franzoni"
TORINO - Udienza di sette ore, quasi tutte dedicate agli interventi degli psichiatri, quella del processo d'appello per il delitto di Cogne, ripreso oggi a Torino e a fine giornata rinviato al 19 dicembre. Annamaria Franzoni, condannata in primo grado a trent'anni di carcere per l'assassinio del figlio, e l'avvocato Carlo Taormina non erano presenti.

C'era, invece, il legale d'ufficio Paola Savio, nominata dopo la rinuncia al mandato da parte di Taormina. Notevolmente ridotto il numero dei presenti tra il pubblico, dopo la decisione dell'imputata di non partecipare più alle udienze.

In aula sono stati rivissuti i primi minuti dopo l'aggressione al piccolo Samuele Lorenzi. Così come richiesto dall'avvocato Paola Savio, è stata ascoltata la registrazione della telefonata fatta dalla Franzoni la mattina del 30 gennaio 2002 al 118.

Ecco la trascrizione:
Centralino: "Pronto".
Franzoni: "Ascolti mio figlio ha vomitato sangue e non respira, abito a Cogne"
Centralino: "Un attimo che le passo subito ..."
Franzoni: "Fate presto, la prego" (musica d'attesa - tratta da 'Le quattro stagioni' di Vivaldi - per alcuni secondi) - Operatrice: "Pronto"
Franzoni: "Mio figlio ha vomitato sangue, venga subito"
Operatrice: "Allora, no, con calma (Annamaria urla e la sua voce si sovrappone) devo avere l'indirizzo, abbia pazienza"
Franzoni: "Abito a Cogne"
Operatrice: "Il numero di telefono (...). Ecco, Cogne dove?"
Franzoni: "Frazione Montroz"
Operatrice: "Con calma ... Monrò?"
Franzoni: "Cosa devo fare?"
Operatrice: "Numero civico?"
Franzoni: "Ooh ... eeh ... la prego, sta male!" - Operatrice: "Signora, con calma perché non risolviamo niente. Allora, Monrò?".
Franzoni: "Numero 4 A. E' già venuta stanotte perché stavo male io. Vi prego, aiutatemi, non respira ... (respiro affannoso, urla incomprensibili)"
Operatrice: "Subito ... Signora, abbia pazienza, è Montroz o Monrò?"
Franzoni: "Montroz".
Operatrice: "Ecco. Numero?"
Franzoni: "Oh, mamma mia. 4 A".
Operatrice: "4 A. Signora, allora suo figlio quanti anni ha e come si chiama?"
Franzoni: "Tre anni, Samuele"
Operatrice: "Di cognome?"
Franzoni: "Lorenzi (interferenza telefonica). La prego, sta malissimo".
Operatrice: "Signora, intanto se vomita non lo tenga ..."
Franzoni: "E' tutto insanguinato, ha vomitato tutto il sangue. Non respira ...".
Operatrice: "Arriviamo subito, signora"
Franzoni: "Grazie"
Operatrice: "Mi lasci solo il telefono libero perché se no..."
Franzoni: "Sì, sì, sì, arrivederci".

Poi è stata la volta dei periti. Gli specialisti intervenuti in Corte d'assise hanno concordato: Annamaria Franzoni è una persona sofferente. E un giorno, parlando con il marito, avrebbe addirittura reso, inconsciamente, una confessione. Le piccole divergenze fra i quattro periti superpartes (Franco Freilone, Ivan Galliano, Giovanni Battista Traverso, Gaetano De Leo) interpellati dai giudici e dal consulente dell'accusa (Ugo Fornari) non hanno spostato l'impressione complessiva.

Per il collegio di esperti, la donna, il giorno del delitto, potrebbe essere stata colta da "uno stato crepuscolare di coscienza" provocato da una lunga crisi d'ansia, che determinò un vero e proprio "restringimento della coscienza": un discorso che, comunque, vale solo se la Corte deciderà di pronunciare un verdetto di colpevolezza.

Fornari, senza smentire questa conclusione, ha preferito soffermarsi su "un disturbo grave di personalità" con "scompenso borderline e stati dissociativi"; quindi si è spinto oltre: "Nello sguardo della signora Franzoni - ha detto - io vedo il vuoto. Sono gli occhi di una persona che non ha ancora capito quello che è successo. Il suo io si è arroccato su una posizione difensiva paranoide, lei è buona, il resto del mondo è cattivo, ma è una psicosi".

Una donna - hanno detto gli specialisti - che si è autocostruita un'immagine di brava madre, al punto da avere nascosto istintivamente l'arma del delitto solo perchè l'inconscio le impediva di lasciare la casa in disordine. Capace di provare dolore, ma incapace di descrivere l'accaduto perchè lo ha rimosso. Incapace di confrontarsi con la realtà. E quando racconta al marito Stefano di come una sua vicina abbia ucciso Samuele, "in realtà rende una confessione", dice Fornari: "parla di sè accusando un'altra persona, su cui addossa la propria parte cattiva che non può accettare di avere".

Tratti isterici, per i quattro periti della Corte. Tratti psicotici, per quello del procuratore generale. E forse, come ha osservato un sesto specialista, Roberto Mutani, dopo avere esaminato il suo elettroencefalogramma, sofferente di epilessia o di disturbi del sonno "potenzialmente correlabili al delitto".

(4 dicembre 2006)

Un giorno una mamma mi disse che non può essere stata lei. Bisogna essere mamme per capire. Ma date le continue notizie di infanticidi da parte di mamme dovrei far parlare questa signora con la mia di mamma. Che pur essendo una persona dolce e di cuore, quando vede la Franzoni in tv mi dice sempre "Che schifo questa qui".
Concordo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosa ci fa capire il delitto Cogne? Una cosa sola! Siamo tutti degli assassini! Quando scattala molla, nella nostra testa, parte la furia omicida. Nessuno lo può sapere, nessuno conosce bene come funziona la nostra mente.
Un esempio banale è la separazione sentimentale tra due persone; alcuni la prendono male, altri molto male, altri ancora ammazzano in preda a una furia omicida o si ammazzano. Non lo sappiamo come reagisce la nostra mente.
Sono sicuro che sarà capitato anche a voi di viviere situazioni di angoscia, di diperazione. Avete avuto l'impressione che la vostra mente non fosse più la stessa? Avete commesso delle stranezze? Azioni che prima, in momenti di normalità non commettavate?
La verità è che la maggior parte di noi riesce a gestire le ansie, le depressioni, le frantumazioni dell'io; ma quando qualcosa va storta scatta l'imprevisto.
Personalmente ho attraversato tutte queste fasi e le ho sempre gestite con equlibrio. State pur tranquilkli per me.. ehehehe bye

Carla ha detto...

Sì siamo tutti assassini. Ora posa quell'ascia ti prego!